Reporters Sans Frontieres (Rfs) ha pubblicato l'annuale rapporto sulla libertà della stampa nel mondo, scaricabile gratuitamente dal sito dell'organizzazione. Purtoppo, come ormai è prassi, l'anno passato ha visto un incremento del numero dei giornalisti uccisi, feriti o imprigionati nei diversi paesi del mondo rispetto all'anno precedente. La libertà di stampa è sempre più a rischio.
In particolare in questi ultimi mesi Rsf sta portando avanti una graffiante campagna di informazione e di protesta contro il Governo Cinese - approfittando delle prossime olimpiadi che porteranno la Cina al centro dell'attenzione globale - accusandolo di restringere e violare gravemente la libertà di cronaca dei giornalisti cinesi e non solo, persino degli atleti e dei giornalisti stranieri. Ora preferirei non approfondire questo punto riservandomi di farlo nei prossimi giorni con calma e prendendomi tutto lo spazio necessario.
In particolare in questi ultimi mesi Rsf sta portando avanti una graffiante campagna di informazione e di protesta contro il Governo Cinese - approfittando delle prossime olimpiadi che porteranno la Cina al centro dell'attenzione globale - accusandolo di restringere e violare gravemente la libertà di cronaca dei giornalisti cinesi e non solo, persino degli atleti e dei giornalisti stranieri. Ora preferirei non approfondire questo punto riservandomi di farlo nei prossimi giorni con calma e prendendomi tutto lo spazio necessario.
La figura qui a fianco riassume i dati più interessanti del World Press Freedom Report 2007.
Il report stilato da Rsf si basa sul World Press Freedom Index: un indice che misura la libertà di stampa nei singoli paesi del mondo. Sulla base di questo indice Rsf costruisce una classifica mondiale della libertà di stampa che è universalmente considerata una delle più attendibili in materia.
Il World Press Freedom Index del 2007 ci restituisce molte informazioni interessanti e vi consiglio di soffermarvici un minuto. In sintesi vi elenco i dati più significativi:
Il report stilato da Rsf si basa sul World Press Freedom Index: un indice che misura la libertà di stampa nei singoli paesi del mondo. Sulla base di questo indice Rsf costruisce una classifica mondiale della libertà di stampa che è universalmente considerata una delle più attendibili in materia.
Il World Press Freedom Index del 2007 ci restituisce molte informazioni interessanti e vi consiglio di soffermarvici un minuto. In sintesi vi elenco i dati più significativi:
- L'Italia come al solito fa la sua porca figura piazzandosi al 35° posto, ultima tra gli stati dell'europa occidentale, preceduta da paesi quali il Ghana e la Namibia che nell'immaginario tipico di un italiano dovrebbero stare ben peggio di noi. Il dato è interpretabile in maniera positiva però se si valuta sul lungo periodo: negli ultimi sei anni infatti l'Italia ha collezzionato risultati ben peggiori - 53° nel 2003 e 42° nel 2005 - ad indicare un trend positivo che speriamo continui anche in futuro.
- Ai primi posti, come sempre, si confermano i paesi nordici, Islanda e Norvegia primi, seguiti da Estoia e Slovacchia.
- Ultima della lista, udite udite, l'Eritrea (169°), che riesce a battere in negativo addirittura la Corea del Nord, quest'anno solo penultima. La stessa Rsf sottolinea come l'Eritrea si sia guadagnata l'ultimo posto per merito: nel paese la stampa privata è stata bandita dal despota/presidente Issaias Afeworki.
- Infine il dato a mio parere più significcativo: l'importanza dell'informazione online sta crescendo notevolmente e regolarmente in tutto il mondo e, di conseguenza, ha un notevole peso anche sull'indice. Paesi come la Malesia (124°), la Thailandia (135°), il Vietnam (162°) e l'Egitto (146°) hanno scalato in basso diversi posti nella classifica proprio a causa di violazioni gravi perpetuate ai danni di bloggers, online newspaper, e in generale della libera informazione in rete.
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