martedì 12 febbraio 2008

Freedom of the Press Worldwide in 2007


Reporters Sans Frontieres (Rfs) ha pubblicato l'annuale rapporto sulla libertà della stampa nel mondo, scaricabile gratuitamente dal sito dell'organizzazione. Purtoppo, come ormai è prassi, l'anno passato ha visto un incremento del numero dei giornalisti uccisi, feriti o imprigionati nei diversi paesi del mondo rispetto all'anno precedente. La libertà di stampa è sempre più a rischio.
In particolare in questi ultimi mesi Rsf sta portando avanti una graffiante campagna di informazione e di protesta contro il Governo Cinese - approfittando delle prossime olimpiadi che porteranno la Cina al centro dell'attenzione globale - accusandolo di restringere e violare gravemente la libertà di cronaca dei giornalisti cinesi e non solo, persino degli atleti e dei giornalisti stranieri. Ora preferirei non approfondire questo punto riservandomi di farlo nei prossimi giorni con calma e prendendomi tutto lo spazio necessario.







La figura qui a fianco riassume i dati più interessanti del World Press Freedom Report 2007.










Il report stilato da Rsf si basa sul World Press Freedom Index: un indice che misura la libertà di stampa nei singoli paesi del mondo. Sulla base di questo indice Rsf costruisce una classifica mondiale della libertà di stampa che è universalmente considerata una delle più attendibili in materia.
Il World Press Freedom Index del 2007 ci restituisce molte informazioni interessanti e vi consiglio di soffermarvici un minuto. In sintesi vi elenco i dati più significativi:
  • L'Italia come al solito fa la sua porca figura piazzandosi al 35° posto, ultima tra gli stati dell'europa occidentale, preceduta da paesi quali il Ghana e la Namibia che nell'immaginario tipico di un italiano dovrebbero stare ben peggio di noi. Il dato è interpretabile in maniera positiva però se si valuta sul lungo periodo: negli ultimi sei anni infatti l'Italia ha collezzionato risultati ben peggiori - 53° nel 2003 e 42° nel 2005 - ad indicare un trend positivo che speriamo continui anche in futuro.
  • Ai primi posti, come sempre, si confermano i paesi nordici, Islanda e Norvegia primi, seguiti da Estoia e Slovacchia.
  • Ultima della lista, udite udite, l'Eritrea (169°), che riesce a battere in negativo addirittura la Corea del Nord, quest'anno solo penultima. La stessa Rsf sottolinea come l'Eritrea si sia guadagnata l'ultimo posto per merito: nel paese la stampa privata è stata bandita dal despota/presidente Issaias Afeworki.
  • Infine il dato a mio parere più significcativo: l'importanza dell'informazione online sta crescendo notevolmente e regolarmente in tutto il mondo e, di conseguenza, ha un notevole peso anche sull'indice. Paesi come la Malesia (124°), la Thailandia (135°), il Vietnam (162°) e l'Egitto (146°) hanno scalato in basso diversi posti nella classifica proprio a causa di violazioni gravi perpetuate ai danni di bloggers, online newspaper, e in generale della libera informazione in rete.

Nessun commento: