martedì 15 gennaio 2008

Il Papa alla Sapienza: scienza vs fede?

Oggi mi permetto di dire la mia sull'ennesimo "caso italiano" di disinformazone: la polemica sorta intorno all'intervento del Papa previsto per giovedì 17 al termine della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico dell'università di Roma La Sapienza.
Di stupidaggini sul fatto se ne sono già sentite di tutti i colori, e di certo se ne sentiranno ancora nei prossimi giorni, a partire dal solito Gasparri che tuona "I 67 professori (firmatari dell'appello, vedi sotto, N.d.A.) andrebbero denunciati" (con quale accusa mi chiedo io?!) arrivando al favoloso Marcello Veneziani che su Libero ci spiega quanto scagliarsi contro Ratzienger significa prendersela con "il capo della della cristianità occidentale" che rappresenta "i tre quarti o forse più della cultura occidentale, filosofia e anche scienza, letteratura e arte, assistenza e medicina, carità e opere pie", dimenticando però di sottolineare il fatto che "fin dai tempi di Cartesio, si è addivenuti [...] a una spartizione di sfere di competenza tra l'Accademia e la Chiesa" (citazione dalla lettera di Cini, vedi sotto).
Vorrei solo ricordare che dal 20 settembre del 1870 Roma non è più la capitale dello Stato Pontificio, che come ha sottolineato Emma Bonino "Nessuno vuole imbavagliare il Papa o togliergli la parola. L'unico che ha la parola, mattina e sera, è appunto il Papa" e che tutta questa polemica nasce da una lettera scritta da Marcello Cini, un emerito professore de La Sapienza, il 14 novembre 2007, ovvero 3 mesi fa!
Vi invito a leggere la lettera qui, della quale vi anticipo un passaggio che mi ha particolarmente colpito:
"...il disegno mostra che nel suo nuovo ruolo l'ex capo del Sant'uffizio non ha dimenticato il compito che tradizionalmente a esso compete. Che è sempre stato e continua a essere l'espropriazione della sfera del sacro immanente nella profondità dei sentimenti e delle emozioni di ogni essere umano da parte di una istituzione che rivendica l'esclusività della mediazione fra l'umano e il divino. Un'appropriazione che ignora e svilisce le innumerevoli differenti forme storiche e geografiche di questa sfera così intima e delicata senza rispetto per la dignità personale e l'integrità morale di ogni individuo. Ha tuttavia cambiato strategia. Non potendo più usare roghi e pene corporali ha imparato da Ulisse. Ha utilizzato l'effige della Dea Ragione degli illuministi come cavallo di Troia per entrare nella cittadella della conoscenza scientifica e metterla in riga".

Concludo sottolineando il fatto che se da una parte il Papa ha tutto il diritto di intervenire ad una cerimonia alla quale è stato invitato personalmente, dall'altra il mondo accademico, studentesco e civile a sua volta ha diritto a protestare nell'ottica di ottenere l'annullamento dell'inusuale invito a partecipare ad una solenne cerimonia laica e statale fatto al "sovrano" di una nazione straniera. La lettera di Cini e il recente appello di altri 67 docenti della Sapienza sono da interpretarsi in questo senso e non rappresentano affatto, come sostiene Radio Vaticana, "un'iniziativa di tipo censorio".
L'importante sarebbe smetterla con tutte queste inutili polemiche che non portano a nulla, approfittare dell'evento per rilanciare una seria e serena riflessione sul rapporto chiesa/stato, fede/conoscenza e ragionare sulla sempre più profonda ingerenza della Chiesa nelle ragioni di stato e pubbliche. Andranno davvero così le cose? Sono aperte le scommesse.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

scommetto che riflessioni serene nn sn possibili tra forme di potere..soprattutto cn questo stato e questa chiesa!spero comunque di perdere!
complimenti x il blog!
fede

Giffox ha detto...

Figa, Immo, se l'avessi letto a suo tempo ti rispondevo io pan per focaccia... ma ora mi sa un po' tardi. Bello il blog